Semiramide, La Signora regale
NOVEMBRE 2014 | n. 138
- SEMIRAMIDE LA SIGNORA REGALE CD
- Deutsche Harmonie Mundi 88725479862
- (2 CD).
- Anna Bonitatibus, Mezzosoprano;
- La Stagione Armonica,
- Accademia degli Astrusi,
- Federico Ferri, direttore
- Stereo. Studio. DDD. Reg. Teatro Consorziale di Budrio, Bologna, 19-22 e 25-29 novembre 2013.
- Prod: Michael Seberich. Eng: Michael Seberich.
giudizio artistico: ECCEZIONALE
Di fronte a un disco antologico molti appassionati tendono a storcere il naso prima ancora di guardarne il contenuto. Si tratta di un pregiudizio non del tutto infondato, viste certe compilation realizzate sbrigativamente ed etichettate con il titolo generico di “The Best of.” Ovviamente non si può fare di ogni erba un fascio, come dimostra questo bellissimo cofanetto incentrato sulla figura di Semiramide, la leggendaria regina assiro-babilonese moglie del re Nino, fondatore della capitale Ninive. Oggi il suo nome fa venire in mente quasi solo la celebre (ma non troppo eseguita…) opera di Rossini, ma nel corso del XVIII secolo la sua figura ispirò moltissimi altri compositori, che ne intonarono le cupe vicende, per molti aspetti paragonabile alla trama dell’Amleto shakesperiano. A differenza della Gertrude del grande Bardo inglese, Semiramide non appare però sempre come un personaggio del tutto malvagio, ma come una donna stretta nella morsa del potere e spinta a compiere atti esecrabili per un valore superiore, un Destino cieco e intransigente che non vuole una donna ricoprire la dignità suprema di un popolo guerriero e temuto per la sua efferata crudeltà. L’esistenza tormentata di Semiramide trova mirabile espressione in un brano tratto da un racconto babilonese e riportato all’inizio del corposo booklet: “Se tu conoscessi Semiramide, sventurata la diresti, non rea. Nessuno amò la povera regina, nessuno! Ella è sola, si sente sola nel suo vasto impero, come un’isola deserta sul mare. Ognuno in lei vede e desidera la regina, nessuno ha amato la donna”.
Il programma dei due dischi comprende dodici arie e tre brani strumentali tratti da quattordici opere composte nell’arco di oltre un secolo, dalla Semiramide in Ascalona scritta da Antonio Caldara nel 1725 al citato capolavoro di Manuel Garcia del 1828, lavori oggi quasi dimenticati che delineano in maniera molto emozionante quella che divenne una delle eroine del Barocco. Grande protagonista di questo affascinante viaggio è il mezzosoprano Anna Bonitatibus, una delle interpreti più ispirate e coinvolgenti del repertorio barocco, grazie a mezzi tecnici veramente ragguardevoli, con un timbro morbido e consistente anche nel registro grave e doti virtuosistiche di tutto rispetto, e alla rara capacità di entrare dentro un personaggio complesso come quello della regina babilonese senza indulgere a insulsi sfoggi retorici, ma delineandone anzi i tratti più umani. La scelta del programma è stata fatta in maniera così oculata da rendere davvero difficile trovare un brano più significativo dell’altro, anche se non si può rimanere indifferenti di fronte alla dolente intensità dell’aria “Barbaro…tradita, sprezzata” della Semiramide riconosciuta di Niccolò Jommelli e alla vasta scena della Morte di Semiramide del quasi sconosciuto Sebastiano Nasolini, nella quale la Bonitatibus è affiancata egregiamente dall’Arsace di Vincenzo Di Donato e dal Seleuco di Gianluca Zoccatelli. Una doverosa citazione spetta poi all’eccellente Accademia degli Astrusi guidata sapientemente da Federico Ferri, direttore che dimostra di possedere un notevole istinto drammatico e teatrale, che gli consente di tratteggiare in maniera molto chiara le sfumature espressive di ogni brano. Nel complesso, questo cofanetto ha il pregio di spalancare una finestra su un repertorio di sfavillante bellezza, che merita di essere riscoperto ai massimi livelli. Giovanni Tasso
Questo cofanetto sembra essere stato realizzato apposta per i melomani più attenti all’aspetto della qualità sonora. Il palcoscenico sonoro è infatti ampio e perfettamente definito, con un equilibrio ideale tra la Bonitatibus e l’ensemble strumentale, che contribuisce a rendere l’ascolto quanto mai piacevole. A questo scopo contribuiscono in maniera determinante anche gli altri parametri, con una escursione dinamica molto ampia, che sottolinea in maniera più che adeguata gli scarti emotivi tra i toni più accesi e le effusioni elegiache della protagonista, un equilibrio tonale (con una doverosa citazione per l’arpa di Elisa Spotti nell’aria “Più non si tardi…Il piacer la gioia scenda” della Semiramide di Giacomo Meyerbeer) e una accurata risoluzione dei dettagli, che consente di apprezzare gli innumerevoli preziosissimi di questi brani. Giovanni Tasso